I comportamenti da evitare secondo L’Ente Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise
Nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, e lungo i bordi delle strade principali che collegano i paesi di Villetta Barrea, Civitella Alfedena, Opi e Pescasseroli, capita spesso di incontrare delle volpi confidenti. L’ente Parco, invita visitatori e vacanzieri a non dare alimenti ai rossicci canidi per nessun motivo. «Quello che per noi è cibo, può trasformarsi per loro in veleno – si legge nella nota del Pnalm -, le volpi sono animali selvatici e non necessitano del nostro aiuto per alimentarsi. La natura mette a loro disposizione una quantità più che abbondante di cibo. Se si fermano a bordo strada è semplicemente perché per loro ottenere cibo per mano di un umano è sicuramente meno dispendioso e faticoso rispetto al procacciarselo cacciando. La cosa più importante da comprendere, è che dare da mangiare a una volpe, oltre che inutile è anche dannoso. Abbiamo visto donare di tutto, – continua il Parco -, dal salame piccante ai biscotti al cioccolato, ai crackers con la maionese. Questi alimenti possono provocare serie malattie agli animali. Un animale che si abitua all’uomo e che non percepisce più la strada come fonte di pericolo, finirà, con molta probabilità, con l’essere investito. Il nostro comportamento e le nostre attitudini contano. Un animale selvatico non è un animale domestico, non deve essere trattato come tale e per vivere non ha bisogno di noi».
Nel periodo invernale 2014/2015 alcuni cuccioli di volpe mossi dalla fame e abituati alla presenza e all’offerta di cibo da parte dell’uomo, si spinsero fino all’abitato di Villavallelonga, rimanendo spesso uccisi in investimenti su strada. Per fronteggiare il pericolo l’associazione locale di Promozione Sociale D.F.P. (Dance Factory Production), realizzò un famoso manifesto che recitava: “Non avvicinare e non offrire cibo alle Volpi, Garantiamogli un futuro di libertà”. L’iniziativa dell’Associazione era in linea con la campagna di sensibilizzazione dall’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo Se mi tocchi mi uccidi, mirata ad informare sulla necessità di non toccare i cerbiatti e i piccoli di capriolo e aveva il patrocinio dello stesso ente Parco. “L’offerta di cibo ai selvatici infatti, per quanto possa essere considerato un gesto di bontà nei loro confronti, ne compromette l’istinto e la capacità di cacciare – spiegava l’Associazione – arrivando persino ad impedire la stessa sopravvivenza in natura. Si invitano, perciò, la popolazione ed i visitatori al rispetto di tutte le risorse naturali, osservando, in particolare, il divieto di avvicinare e offrire cibo alla fauna selvatica, a censurare e segnalare agli Enti preposti ogni comportamento che non sia compatibile con il buon senso e la normativa vigente in materia”.
Un appello sempre attuale per contrastare dinamiche sbagliate che vanno a consolidarsi in luoghi dove gli animali ormai fanno presenza fissa. Solo pochi giorni fa, nei pressi di Civitella Alfedena, è stato filmato un esemplare femmina di cervo con cuccioli al seguito, mangiare una busta di plastica. Purtroppo sono queste le controindicazioni del nutrire gli animali selvatici, che abituati a prendere cibo dall’uomo, continuano ad avvicinarsi troppo ai centri abitati, rovistando costantemente nella spazzatura. Nel filmato, la cerva con i piccoli mangiava resti dell’umido rischiando così di ingerire anche la busta di plastica per poi allontanarsi spaventata dall’auto che li ha costeggiati durante la ripresa.
Quando entriamo in contatto con volpi o altri animali selvatici, pensiamo in primis a loro
A Villalago, a inizio stagione estiva, erano ripetuti gli inseguimenti rischiosi per scattare foto a mamma orsa con cuccioli, i tanti curiosi, pur avendo già visto i plantigradi, continuavano a tornare giorno dopo giorno. Addirittura, indagando sulla rete, il personale del Parco Nazionale scoprì che in alcuni gruppi privati di Facebook veniva segnalata la presenza o meno della Sorveglianza sul punto di osservazione, per eludere eventuali controlli o avvisi ad allontanarsi. Tutto ciò portò il Sindaco, sollecitato dal Direttore del Parco, a emanare un’ordinanza che non rendeva più possibile avvicinarsi al nucleo di orsi frequentatori dell’area montana prossima al borgo montano della valle del Sagittario.
Il provvedimento, si è reso necessario per garantire le migliori condizioni di sicurezza e tranquillità agli animali visto il sempre crescente numero di persone, a caccia di foto e video, appostate nella zona in tutte le fasce orarie, imponendo anche un divieto di transito, escluso solo per i residenti. Sono troppe le persone che, inconsapevolmente e spesso in buona fede, approfittano dell’atteggiamento confidente e benevolo degli animali selvatici, per avvicinarli, accarezzarli, scattare foto e offrirgli del cibo. Rinunciare a questi atteggiamenti, solo per condividere contenuti sui social, può diventare eticamente utile per salvaguardare le specie protette e sentirci più che mai in sintonia con la natura e i suoi abitanti, garantendo a tutti un futuro sicuro.
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